Un viaggio attraverso la lunga carriera dell’artista con i suoi infiniti personaggi e molti disegni esposti per la prima volta. Una mostra per divertirsi con con le intramontabili surreali e brillanti trovate di Jac
Regione autonoma della Valle d’Aosta
Assessorato Istruzione e Cultura
Cura mostra Dino Aloi & Silvia Jacovitti
Con la collaborazione di Milko Dalla Battista, Fiorenzo Grasso, Claudio Mellana e Alessandro Prevosto.
Sono oltre 250 i disegni originali del grande artista esposti nella prestigiosa sede espositiva di Aosta attraverso cui sarà possibile ricostruire il percorso di una carriera durata quasi sessant’anni che ha portato l’artista a creare alcuni personaggi indimenticabili che hanno accompagnato intere generazioni di ragazzi. Ed è rivolta in particolare ai ragazzi che lo hanno amato e a quelli che non lo hanno conosciuto (e che ne avranno occasione con questa mostra) tutto il percorso espositivo creato appositamente per l’occasione, puntando in particolare sui personaggi che lo hanno reso unico e inimitabile.
Schizzi, vignette, tavole di fumetti e illustrazioni compongono l’articolato susseguirsi dei disegni della mostra con alcune vere “chicche†che si potranno vedere in originale per la prima volta. Tra queste alcune tavole realizzate per oggetti promozionali, 60 disegni di figurine realizzate nel 1954 per l’albo de Il Vittorioso “Genti d’ogni paese†in cui l’estro di Jacovitti spazia in giro per i 5 continenti raffigurando a modo suo ogni popolo. Ricche di fascino sono alcune tra le prime tavole disegnate negli anni Quaranta per Il Vittorioso e altri giornali, veri esempi di calligrafismo disegnato. Tra queste spiccano per bellezza i disegni di “Pippo e la guerraâ€, “Mandragoâ€, “L’Onorevole Tarzanâ€, “Pippo in montagnaâ€, “Giacinto corsaro dipinto†e “Oreste il guastafeste†recentemente tornate in possesso della figlia.
Nella sezione dedicata agli esordi si potrà ammirare una delle primissime panoramiche realizzate da Jacovitti a 17 anni, anticipatrice di quelle meravigliose e affollatissime tavole che diventeranno, nel corso degli anni, una sorta di suo marchio di produzione, oltre a sei tavole, le uniche rimaste, della storia inedita “I tre re†disegnata durante la seconda guerra mondiale.
Si passerà dalle tavole del mitico “Diario Vitt†realizzato dal 1949 al 1980, vera icona degli studenti di quegli anni, ai diari realizzati da Jac negli anni Ottanta.
Attraverso le sue collaborazioni con i principali giornali per i ragazzi come il già citato “Il Vittoriosoâ€, “Il Giorno dei ragazziâ€, il “Corriere dei Piccoli†e “Il Giornalino†si potranno ammirare gli originali di “Cocco Billâ€, “Tom Ficcanasoâ€, “Tarallinoâ€, “Occhio di Polloâ€, “Jack Mandolinoâ€, “Chicchirinoâ€, “Cip l’arcipoliziotto†e “Zorry Kid†che quest’anno compie cinquant’anni. Per questo motivo sarà in mostra un’intera storia di questo delizioso personaggio.
Fiore all’occhiello saranno alcune illustrazioni realizzate per “Pinocchio†edito nel 1964, riconosciute dai critici come tra le opere più significative della sua lunghissima carriera. Jacovitti ha frequentato la televisione attraverso la realizzazione di importanti “Caroselli†e di storie andate in onda nel programma cult “Supergulp!â€.
Le affolltatissime panoramiche, ricche di centinaia di personaggi e di battute, personificazione dell’Italia di quegli anni, avranno un posto d’onore all’interno dell’esposizione. Il “Patentoneâ€, gioco dell’oca sul tema automobilistico sarà riprodotto in grande formato per permettere ai ragazzi di poter giocare all’interno dello spazio del Saint Bénin con sagome segna posto e un dado in gommaspugna.
Completa la mostra un volume (edito da Il Pennino) con contributi critici di Fabio Norcini (critico d’arte), Daria Jorioz (critica d’arte), Gian Paolo Caprettini (già docente di Semiologia all’Università di Torino), Vincenzo Mollica (giornalista Rai), Gianni Brunoro e Luca Boschi (tra i più importanti jacovittologi italiani), François Corteggiani (autore di Fumetti) e Goffredo Fofi (saggista e critico cinematografico).
Il video introduttivo è realizzato da Costantino Sarnelli, Laura Chiotasso e Barbara Forneris di Creative Apsu
Nel periodo della mostra sono previste due conferenze dedicate all’arte di Jacovitti ed un incontro mensile come corso di avvicinamento al fumetto umoristico tenuto da Claudio Puglia.
Biografia sintetica dell’artista:
Jacovitti, nato a Termoli nel 1923, scomparso a Roma nel 1997, è stato forse il più geniale umorista/fumettista di questo secolo, oltre che uno dei più prolifici, grazie anche al suo precocissimo ingresso nel campo dei comics, avvenuto all'età di sedici anni. Quest’anno ricorre il cinquantennale della creazione di uno dei suoi personaggi più amati dal pubblico, “Zorry Kidâ€
A vent'anni era già considerato uno dei più interessanti autori italiani e grazie all'esperienza maturata al seguito di numerose sperimentazioni personali di stile, tratto e segno, saprà rimanere sulla cresta dell'onda per tutta la vita, con una carriera che durerà quasi sessant’anni e che coinvolgerà molte generazioni di lettori che sapranno amarlo ed apprezzarlo nonostante i mutamenti di gusto da parte del pubblico.
Questo perché Jacovitti riusciva ad esprimere una verve comica irresistibile che poteva superare qualsiasi confine, sia geografico che anagrafico.
Stupefacente artista, seppe disegnare per qualsiasi situazione, dal glorioso “Il Vittorioso†di ispirazione cattolica ai capolavori erotici del “KamasuLtra†con la collaborazione del genio comico di Marcello Marchesi, passando per le riviste umoristiche del periodo tra cui “Il Travasoâ€, la lunga collaborazione sull'inserto del quotidiano “Il Giornoâ€, per arrivare al “Diario Vitt†che per trent'anni ha accompagnato gli studenti, senza dimenticare il suo impegno in campo televisivo con pubblicità (Caroselli), scenografie per trasmissioni e cartoni animati per vari programmi.
Jacovitti era uno di quegli artisti poliedrici capaci di confrontarsi con qualsiasi situazione richiedesse il suo impegno.
Nella sua sterminata carriera ha inventato centinaia di personaggi tra cui il glorioso “Cocco Billâ€, i mitici “tre P - Pippo Pertica e Palla –†ed ancora i personaggi dei suoi esordi come “Battista l'ingenuo fascista†ed il “Pinocchio†più volte disegnato ed edito con tavole illustrate assolutamente sconvolgenti per capacità di interpretazione e maestria del segno. Ma l'elenco sarebbe davvero sterminato.
Jacovitti ha interpretato gli umori italiani attraverso i suoi personaggi tanto quanto ha saputo fare l'attore Alberto Sordi sullo schermo, anticipando oltre tutto di qualche anno il Western all'italiana di Sergio Leone (spaghetti western) con il delizioso e divertente “Cocco Billâ€.
Una mostra su di lui non è solo una mostra sul fumetto, ma assume anche -se non soprattutto- un carattere profondamente culturale, di costume politico e sociale. Una sorta di manuale di sociologia disegnato in modo surreale, bizzarro e parodistico.
Di Jacovitti hanno scritto alcuni tra i più importanti intellettuali italiani come Umberto Eco, Vittorio Sgarbi e Goffredo Fofi, solo per citarne alcuni. A Roma e Parma gli è stato intitolato “Largo Benito Jacovitti†mentre a Termoli, sua città natale che già aveva dedicato al suo nome il Liceo Artistico, è stata recentemente inaugurata una statua di bronzo che lo raffigura mentre disegna Cocco Bill. Ancora a Roma è possibile visitare la Casa Museo Jacovitti su iniziativa di Edgardo Colabelli, per anni coordinatore dello “Jacovitti Club†e della rivista “Jacovitti Magazineâ€.
E’ in corso di pubblicazione da oltre un anno la monumentale raccolta a fascicoli “Cocco Bill e il meglio di Jacovitti†per le edizioni Hachette curata da Luca Boschi mentre le sue opere si trovano sul mensile on-line dedicato all’umorismo www.buduar.it
Aosta, Centro Saint Bénin, Via Festaz 27
Dal 27 ottobre 2018 al 28 aprile 2019
Orari: Martedì- domenica 10 -13/14 - 18
Chiuso il lunedì
Comunicato stampa dell'esposizione
di disegni umoristici di Claudio Mellana
a Torino, Spazio Mouv
Si inaugura martedì 15 ottobre alle ore 18,00 la mostra personale del disegnatore umoristico Claudio Mellana curata del Centro Studi Vivere dal Ridere. Una sorta di mini antologica dove attraverso una cinquantina di opere, tutte rigorosamente senza parole, si ripercorre una parte della lunga carriera di questo poliedrico artista.
Mellana, da sempre amante dell’umorismo e dedito all’organizzazione di mostre storiche che valorizzano la cultura della satira, espone questa volta una selezione delle sue vignette che spaziano dal surreale all’assurdo attraverso un abile e ben dosato mix tra satira e cinismo senza perdere mai di vista l’aspetto umoristico.
Completa L’esposizione un catalogo in distribuzione gratuita contenete una selezione delle opere in mostra.
Biografia sintetica dell’artista:
Claudio Mellana inizia pubblicando disegni satirici e umoristici su riviste underground CA BALA’, Se la Patria chiama, Paria, Gero Zoom, Salvo Imprevisti, Carta Stampata, per approdare poi a l’Unità , La Stampa, Stampa Sera, Paese Sera, Help!, ABC, Nuovasocietà , Off Side, Radiocorriere, Il Collezionista, Pianeta. Non si ferma e attualmente i suoi disegni e gli aforismi compaiono su diverse riviste online (Buduà r, Tellsufolio, Torinofan, Vicenzapiù, Cialiguria).
Con l’amico Dino Aloi ha curato per Feltrinelli il libro Un lavoro da ridere (antologia della satira del movimento operaio dall’ottocento a oggi) e per dieci anni il premio Giorgio Cavallo, ovvero l’Oscar dell’umorismo, per il Comune di Moncalieri.
E poi tante mostre, molte collettive e alcune personali. Ha recentemente pubblicato per la Neos edizioni il libro “Lo Sputasentenzeâ€, raccolta di suoi aforismi, il cui ricavato è devoluto all’Associazione International Help.
Informazioni:
Spazio Mouv
Via Silvio Pellico, 3
10125 Torino
Dal 15 al 29 ottobre 2019
Orari: Martedì- domenica 18.00 - 24.00
Chiuso il lunedì
tel: 011 6693880
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Franco Bruna è stato uno dei più interessanti caricaturisti italiani del Novecento. Pittore, illustratore, incisore e scultore, dedito ad ogni forma di sperimentazione artistica ha saputo, con la caricatura, trovare una forma di comunicazione che nel corso degli anni ha preso forma sempre più personalizzata. La sua arte è stata in costante mutamento, con perfezionamenti e migliorie che l’esperienza gli ha donato.
Il suo tratto gentile non cercava, come accade spesso nella vignetta di satira politica, di cogliere motivi di deformazione tali che volessero mettere alla berlina il soggetto ritratto.
Lui voleva prendere ciò che donava la somiglianza per mostrarlo al meglio. La gentilezza ha contraddistinto la vita di Bruna, sia sotto il profilo personale e umano che nell’ambito lavorativo. La delicatezza delle tavole realizzate per illustrare “Pinocchio†e “Alice nel paese delle meraviglie†ne sono una prova, così come i deliziosi ritratti di personaggi famosi con i loro gatti, oggetti di più mostre pittoriche, che gli hanno donato grande ammirazione da parte del pubblico, grazie anche a questa caratteristica. L’armonia compositiva che caratterizza tutte le sue opere trova ottimo riscontro anche nelle caricature, che sono affrontate, da parte dell’artista, con la stessa volontà di realizzare un’opera esteticamente gradevole con contenuti miti e non aggressivi.
Il grande salto artistico avviene con le collaborazioni prima a L’Espresso e poi a Panorama dove, dopo anni di caricature in bianco e nero per i più importanti quotidiani italiani, ha modo di potersi esprimere con il colore, con sfumati toni acquerellati, che sostituiscono il tratteggio dei suoi primi lavori. Franco, che ben conosceva e amava il colore, avendo anche realizzato bellissime copertine di Zio Paperone in perfetto stile di Karl Barks, trova la forma per potersi esprime in modo pieno.
Scorrono quindi personaggi della politica e della televisione, colti non nel difetto, ma nel loro momento migliore, quasi come la caricatura diventasse l’occasione di mostrare il meglio anziché cogliere solo la deformità .
Per anni, la caricatura e il grottesco, sono stati considerati in tono minore dalla storia dell’arte, proprio per il fatto che mostravano il “bruttoâ€, a differenza dell’intento artistico del pittore che voleva cogliere il “belloâ€. I suoi lavori diventano quindi momenti quasi di pittura antica, quella pittura che veniva commissionata dalle famiglie benestanti che si facevano ritrarre per lasciare un segno di potenza e di memoria, che avrebbe affrontato il tempo. Allo stesso modo le sue caricature fissano nel tempo il personaggio e lo rendono oggi, a distanza di anni, così com’era in quel momento. Una bellissima galleria di memorie legate alla storia contemporanea, sia del mondo del cinena sia di quello della televisione, ma anche della politica e della letteratura. Le sue caricature potrebbero, da sole, costituire una pinacoteca, affresco del Ventesimo secolo, particolarmente italiano, per non perdere traccia o memoria di personaggi che sono stati, ciascuno con le proprie peculiarità , significativi e importanti.
Il garbo e la torinesità che conservano le sue opere sono segno di distinzione importante. Non vi è severo distacco ma voglia di conoscenza nell’intento illustrativo. Per questo i suoi disegni saranno, anche in un domani, testimonianza di un tempo e di un’epoca, con la volontà di aver saputo portare “il bello e l’estetizzante†all’interno del campo della caricatura, che assurge, anche con le sue opere, a modello di storia dell’arte contemporanea. E di questo lo ringraziamo, con profondo affetto e sincera ammirazione.
Giorgio Cavallo è stato un grande maestro della satira. La nostra associazione non ne può prescindere per cui, per mantenerne vivo il ricordo e continuare a far conoscere le sue divertenti opere, troviamo giusto proporre una piccola galleria di vignette.
È allo studio una nuova esposizione antologica con molti suoi lavori. Il sogno del Centro Studi Vivere dal Ridere è quello di poter avere un giorno un museo dedicato a satira e umorismo dove poter raccogliere tutti i suoi lavori.
Nato a Moncalieri, in provincia di Torino, è scomparso nel 1994. Dopo un esordio in banca per render felice la famiglia, capisce che la sua strada è legata al mondo della grafica, per cui incomincia ad operare nel campo della pubblicità ed inizia a collaborare con vari giornali attraverso i suoi disegni umoristici. Complice di questa passione una vignetta pubblicata nelle Cartoline del pubblico de La Domenica del Corriere sul finire degli anni Quaranta. Dalla metà degli anni Cinquanta le sue opere iniziano a comparire su Sette Giorni, La Gazzetta del Popolo e Il Travaso delle Idee, quest’ultima una delle più prestigiose riviste umoristiche dell’epoca. Seguiranno di poco le collaborazioni con il settimanale L’Europeo, dove dal 1958 al 1973 avrà una sua rubrica fissa - La settimana vista da Cavallo -, Selezionando, la rivista della Lancia, Oggi e Candido a cui viene chiamato da Giovanni Guareschi che lo ammira come disegnatore pur non condividendone le idee politiche (tra persone intelligenti queste collaborazioni sono possibili).
Nel 1959 vince la Palma d’Oro a Bordighera, una sorta di Oscar per il miglior vignettista dell’anno che lo consacra definitivamente e lo rende l’autore italiano più celebre del momento. I suoi lavori vengono ripresi da riviste di tutto il mondo, dalla vicina Francia al lontano Giappone ed è inserito negli annuari dei migliori vignettisti mondiali. La sua celebre firma con gli occhialini diventa una caratteristica costante dei giornali internazionali.
Nel 1973 abbandona tutto e si mette a girare per l’Europa alla ricerca di nuove esperienze. Rientrato in Italia nel 1977 Maurizio Costanzo lo chiama a La Domenica del Corriere. Da allora si susseguono le collaborazioni a Stampa Sera, Satyricon (inserto de La Repubblica) Illustrato Fiat, Il Collezionista (rivista filatelica di Bolaffi), La rivista dell’Italgas, Guerin Sportivo, La Stampa sino alle più recenti L’Eco del Chisone, Radiocorriere TV e Tuttolibri, inserto de la Stampa, su cui commenterà , dal 1987 ogni sabato sino alla sua scomparsa, un libro in classifica. Nel frattempo vince il Premio satira politica di Forte dei Marmi nel 1981 ed espone in rassegne umoritiche nazionali e internazionali riscuotendo sempre grandi successi. Suoi disegni sono esposti in musei di settore di tutto il mondo e in particolare a Basilea, all’interno del Museo della caricatura, ha una sala dedicata.
Ha pubblicato i libri: 33 frati e mezzo, Uomini e mobili, Si fa per sterzare, Pronto chi ride, Proposte PRO poste, Cavallo da Tiro, Equilibri, Mal costume mezzo gaudio e i postumi L’indignato, Giorgio Cavallo 1927- 1994 e Cavallo L’Europeo (tutte e tre cataloghi delle relative mostre).
Dal 1999 al 2009 Dino Aloi e Claudio Mellana hanno dato vita la Premio Giorgio Cavallo per la satira e l’umorismo con il Comune di Moncalieri premiando grandi artisti del settore. Gli artisti coinvolti sono stati Giuliano Rossetti, Alberto Fremura, Franco Bruna , Massimo Bucchi, Lido Contemori, Sergio Staino, Alfredo Chiappori, Silver, Enzo Lunari e Francesco Tullio Altan.
Mostre postume: Il Cavallo nascosto, Salone del libro di Torino 1995 e Giorgio Cavallo, Festival dell’umorismo di St. Esteve (Fr) 1999 entrambe curate da Dino Aloi.